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Egitto: l’Islam politico è morto?

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 EgyptPolicePreachers

 

di Khaled Abou El Fadl – 10 luglio 2013

Un’immagine recente proveniente dall’Egitto mostra un numeroso gruppo di persone che pregano nella città di Arish, e improvvisamente, mentre sono inginocchiati, prostrati al suolo, le forze di polizia fanno partire raffiche di pallottole vere contro di loro, ferendo e uccidendo molte persone. Ancor più di recente, la polizia ha sparato a un gruppo di persone mentre erano prostrate in preghiera all’alba al Cairo, uccidendone almeno trenta e ferendone centinaia. In questi casi i grandi rivoluzionari democratici egiziani non sono offesi né indignati. Tacciono, vergognosamente e sconvolgentemente.

Tuttavia, dopo il colpo di stato militare in Egitto, moltissimi commentatori sono balzati alla conclusione che l’Islam politico ha ricevuto un colpo mortale dal quale i movimenti non si riprenderanno mai. Le cose avrebbero potuto essere così se Morsi fosse stato sconfitto alle urne, o costretto a dimettersi da un movimento perseverante e paziente di disobbedienza civile. Ora che l’esercito egiziano si è attenuto alla lunga, onorata tradizione delle società autoritarie rovesciando un governo civile, il quadro è cambiato drammaticamente. Ora che le strade dell’Egitto sono state di nuove impregnate del sangue di civili e che le prigioni si sono riempite di dissidenti politici, valutare chi abbia vinto e chi abbia perso richiede un’ottica molto diversa.

La realtà è che la Fratellanza Mussulmana ha creduto nel processo politico e ha cercato di praticarlo. Come il Fronte di Salvezza dell’Algeria prima di essa, ha creduto che democrazia e islamismo fossero conciliabili e che fosse possibile costruire un consenso morale condiviso con i non islamisti. La Fratellanza Mussulmana è stata costantemente accusata di essere settaria e di operare con una mentalità tribale. Ironicamente i suoi avversari hanno adottato una logica non meno settaria definendo la Fratellanza Mussulmana fascista e nazista, un’accusa tanto grave quanto essere definiti infedeli o peccatori.  Anche se la Fratellanza Mussulmana ha dimostrato di non essere composta da angeli e di essere soggetta a tutti i difetti dei suoi avversari politici, i laici egiziani hanno dimostrato ancora una volta che il loro impegno nei confronti dei diritti umani è volubile, a voler essere generosi.

I laici egiziani si sono indignati quando il comico Bassem Youssef è stato perseguitato dal governo Morsi, ma sono rimasti beatamente imperturbati quando l’unica stazione televisiva di proprietà della Fratellanza Mussulmana è stata chiusa senza motivi legali o un processo.

Si sono indignati quando Morsi ha infranto l’inesistente integrità e indipendenza della Corte Suprema egiziana, ma quegli stessi laici restano beatamente imperturbati quando l’esercito abroga una costituzione che era stata approvata con un voto popolare e consegna il potere esecutivo, legislativo e giudiziario a un giudice che vanta una lunga carriera al servizio del regime autoritario di Mubarak. Peggio di tutto, i laici egiziani si sono indignati quanto i dimostranti anti-Morsi sono rimasti feriti o uccisi ma rimangono sconvolgentemente imperturbati quando gli uccisi sono sospettati di essere islamisti o filo-islamisti.

Quello che ha ricevuto un colpo mortale dal colpo di stato egiziano è l’islamismo moderato. Quella che ha ricevuto un colpo mortale ed è diventata una barzelletta risaputa è l’idea dei diritti umani in Egitto. I cosiddetti laici liberali si sono dimostrati ancora una volta più che disponibili a dimenticare i loro nobili principi quando si tratta di dare scacco matto ai loro avversari islamisti.

I cosiddetti laici liberali dell’Egitto sfruttano il linguaggio della democrazia e dei diritti umani allo stesso modo in cui gli islamisti sfruttano i simboli dell’Islam e i valori della Shariah. Entrambi predicano ciò che non praticano ed entrambi si comportano in modi che minano alle fondamenta i loro sermoni.

Dunque chi emerge come vincitore in Egitto? Il popolo? Penso di no. Dopo il colpo di stato centinaia di persone sono state ferite, uccise e incarcerate e molte, molte altre ce ne saranno. La violenza genera violenza e il dispotismo ha un modo notevole per perpetuarsi, come un cancro letale. L’esercito, come sempre, emerge con i suoi tradizionali privilegi e poteri intatti. Come vincitrici emergono le forze di polizia egiziane, orrendamente feroci.

Tristemente sono i laici cosiddetti liberali che hanno trasmesso un forte messaggio alle forze di polizia, volgendo lo sguardo da un’altra parte mentre esse uccidono, arrestano e torturano questa volta la gente giusta. Improvvisamente i laici egiziani non parlano più delle atrocità della polizia che all’inizio hanno scatenato la rivoluzione. Nessuno parla dei diritti di Khaled Said e di altri che sono stati torturati a morte. In realtà, durante le dimostrazioni anti-Morsi i grandi rivoluzionari hanno portato sulle spalle gli agenti di Amn al-Dawla [le principali forze di polizia interna del paese – n.d.t.]  e hanno gioiosamente dichiarato che il popolo e la polizia sono una cosa sola.

Forse alcuni avranno notato che una fazione degli islamisti si è rifiutata di appoggiare Morsi. E’ la stessa fazione che è adorata dall’Arabia Saudita e la stessa fazione che ha prodotto bin Laden. L’Arabia Saudita ha fatto tutto ciò che ha potuto per minare un governo che crede che l’Islam possa conciliarsi con la democrazia. Ma gli islamisti che sono emersi incolumi sono i mussulmani wahabiti che non credono nella democrazia e non credono nei diritti civili e umani. Sono gli islamisti che continueranno ad agire per radicare in Egitto una teocrazia in stile saudita.

Khaled Abou El Fadl è titolare della cattedra di legge Omar e Azmeralda Alfi presso la facoltà di legge dell’UCLA e presidente del Programma Interdipartimentale di Studi Islamici all’UCLA.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/egypt-is-political-islam-dead-by-khaled-abou-el-fadl

Originale: Aljazeera

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

 


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